VVVB
curated by Salvatore Davì e Katiuscia Pompili
N38E13 ART SPACE – Palermo OPENING 21 luglio 2013
A project by: N38E13 / Direction and coordination: Ennio Pellicanò / Exhibition design: Agnese Giglia / Production assistant: Luca Cinquemani / Press office: Tiziana Pantaleo / Graphic design: Leonardo Vaccaro
N38E13 presenta il lavoro di VVVB, ospite della prima residenza del progetto Access Landscape Access. L’opera prodotta resterà esposta all’interno della stanza di riferimento, N38.1104 E13.3656 (langue/parole), fino all’avvio del nuovo programma di micro-residenze. Successivamente l’opera entrerà a far parte di una collezione-archivio; all’interno della stanza verrà conservato, invece, un archivio inerente i processi e la documentazione della produzione. L’attività di VVVB all’interno di N38E13 si concentra sui codici verbali e l’attività di scrittura intesi come fondamenti strutturali per la formazione di un paesaggio. VVVB attraverso un’analisi/viaggio partendo dalla contaminazione di differenti registri linguistici arriva ad una creazione di un codice secondario, passando attraverso la decodifica di testi tra cui Viaggio in Italia di Goethe. Il collettivo bolognese elabora, infine, una riflessione sull’aspetto puramente segnico del linguaggio partendo dal legame che unisce fonemi e concetti, simboli e grafemi.
La residenza di VVVB inaugura il ciclo di quattro residenze. Il programma prevede un soggiorno all’interno di N38E13, presso stanze-laboratorio, ognuno dei quali dedicato ad uno specifico medium:
n38.1106 e13.3654 (foto/video)
n38.1107 e13.3653 (sound)
n38.1103 e13.3651 (pittura/arti grafiche, scultura/installazione)
n38.1104 e13.3656 (langue/parole)
Ospite della prima micro-residenza è il collettivo artistico bolognese VVVB che rifletterà sul concetto di paesaggio attraverso il linguaggio verbale e il sistema di scrittura.
L’opera prodotta verrà presentata il 21 luglio e resterà esposta all’interno della stanza di riferimento, N38.1104E13.3656 (langue/parole), fino all’avvio del nuovo programma di micro-residenze. Successivamente l’opera entrerà a far parte di una collezione-archivio; all’interno della stanza verrà conservato, invece, un archivio inerente i processi e la documentazione della produzione.
VVVB nasce a Bologna nel 2011 come gruppo di artisti anonimi. Alla base di quest’idea vi è la necessità di creare un sodalizio intellettuale, senza una connotazione ideologica specifica. Di conseguenza VVVB è un gruppo aperto, che accoglie di volta in volta le proposte e i progetti di diversi artisti e curatori. Questo modus operandi consente, sia di rispettare le personali ricerche artistiche di chi aderisce al gruppo, sia di creare operazioni stilisticamente ibride e libere dall’esigenza della “riconoscibilità”. VVVB viene inizialmente ideato da un gruppo di artisti dopo aver avviato una serie di collaborazioni concretizzatesi in diverse esposizioni. Dal 2012 VVVB gestisce uno spazio espositivo
all’interno del progetto Senza Filtro, area di espressione culturale a disposizione delle associazioni bolognesi.
Access – Salvatore Davì
La parola è un’incertezza tra suono e senso. L’atto del parlante si dispiega, come un eclisse, nel sistema di relazioni tra individui, ma in seno alle locuzioni orali che definiscono un contenuto paesaggistico di tipo enunciativo, c’è già l’esigenza di dislocare la parola pronunciata in un luogo altro: la scrittura. La necessità della comunicazione è depredata dall’urgenza della “storia”, per cui il linguaggio, che nell’atto di locuzione, subisce, per sua natura, un processo di rarefazione sonoro, pone il parlante come burocrate (di tipo semantico, sintattico e fonologico): il significato dato al senso muta in codice, e “dire” non è più la stagione estrema del senso, bensì si inscrive come modello che perdura nel tempo attraverso la scrittura. L’enunciazione viene, dunque, dislocata e si amplifica l’assenza dal luogo originario. VVVB, in questa occasione, lavora sull’eccedenza della parola, ovvero sul sistema segnico che ha codificato il verbale e il pre-verbale. Libretto di assenze è un’interruzione di senso che pone la sostanza orale del verso poetico in relazione con la struttura burocratica che ingabbia la lingua nel sistema scritturale. La phonè della poesia lotta contro la sedimentazione della scrittura e lo fa con le stesse armi. Si apre l’agone: il silenzio delle lettere e il brusio del verso ad alta voce. L’assenza rimane nel paradosso che connota l’opera come un paesaggio di guerra, come campo di battaglia. Il lavoro Senza titolo si sofferma, invece, sul valore del segno in relazione alla costruzione di una mente paesaggistica e del pensiero come concrezione simbolica incisa nella lettera, nel grafema alfabetico. I segni perdono i loro consueti poli di attrazione, la frase si dirada, sfoca e i simboli sembrano poter essere autonomi, scagionandosi dal luogo monolitico della scrittura. I segni si sovrappongono e l’analisi designa un cerchio che torna alla parola scritta come passaggio, come traccia, citazione e frammento, come documento di ricerca e di viaggio.
Access – Katiuscia Pompili
L’assenza fisica viene giustificata a parole; l’assenza non esiste, implica la presenza in altro luogo; le caselle pongono limiti, la fantasia è interrotta, la verità troncata da uno spazio predefinito. “Il potere degli uffici” dichiara l’intento di svolgere un esercizio decisionale attraverso la definizione di regole e ruoli astratti, non modificabili dai singoli individui. La scuola dell’obbligo è intrisa di soffocanti burocrazie e agli studenti vengono propinate nozioni in modo acritico senza lasciare spazio alla loro personalità e libertà di interpretazione. Libretto di assenze è lo strumento di controllo scolastico in cui il collettivo VVVB, in luogo delle motivazioni di assenza, ha inserito versi scritti e raccolti durante gli anni. La metrica che caratterizza il linguaggio poetico viene contrapposta alla freddezza incasellata delle giustificazioni scolastiche; il cambiamento dei registri linguistici crea uno straniamento nello spettatore spingendolo ad uscire fuori dalle linee pre-tracciate. Con Senza titolo gli artisti continuano a stravolgere il linguaggio utilizzando stralci di testi come paesaggi simbolici e misteriosi che svelano informazioni, rivelano forme e producono nuove immagini di senso. I testi scelti fanno riferimento ad un substrato storico e linguistico che i VVVB hanno deciso di celare e di ri-utilizzare creando sovrapposizioni e nuove prospettive; partendo da alcune suggestioni letterarie che si riferiscono al territorio siciliano, riscrivono attraverso delle lettere/ segni un nuovo orizzonte di possibili storie e scorci quasi grafici.
ENG
Access – Salvatore Davì
The word is an uncertainty between sound and meaning. In the system of relations between individuals the act of the speaker unfolds like an eclipse, but within the oral locutions defying a landscape content enunciative-type, the need to deploy the pronounced word in a different place is there already: writing. The necessity of communication is looted by the urgency of “history”, so that the language, that in the act of locution suffers by its own nature a process of sound rarefaction, sets the speaker as a bureaucrat (of the semantic, syntactic and phonologic type): the meaning given to the sense changes its code, and “saying” is no longer the extreme season of the sense, but it operates as the model that lasts through time thanks to writing. Therefore the statement is dislocated and the absence from the originally place is amplified. On this occasion VVVB works on the surplus of the word, or rather on the sign-based system that has codified the verbal and the pre-verbal. Libretto delle assenze is an interruption of the meaning that sets the oral substance of the poetic verse in relation to the bureaucratic structure caging the language in the writing system. The phonè of poetry fights against the sedimentation of writing and does it with the same weapons. The Agon is opened: the silence of the letters and the buzz of the verse read out loud. The absence lays in the paradox connoting the work as a war landscape, a battlefield. The work Senza titolo pays instead more attention on the call of the sign in relation to the construction of a landscape mind of to the thought as symbolic concretion engraved in the letter, in the alphabetic grapheme. Signs lose their usual attraction poles, the phrase thins out, blurs and the symbols seem able to be autonomous, clearing themselves from the monolithic place of writing. Signs overlap and the analysis marks a circle that gets back to the written word as a landscape, as a trace, quote and fragment, like a document of research and travel.